domenica 31 gennaio 2010

La memoria non basta


La memoria, da sola, può rafforzare la paura, il rancore, il desiderio di vendetta. Ricordare l'Olocausto facendo vedere una volta all'anno le immagini dei poveri ebrei stipati nei vagoni, o scarnificati dalla fame dietro il filo spinato serve per commuoverci, per provare un po' di pena, ma non ci fa fare un passo culturalmente. L'Olocausto rimane una cosa ormai ben lontana, che non ci riguarda, che non è successa per colpa nostra, come le deportazioni dei neri in America, come il rogo delle streghe e tutti i massacri della storia. Noi non c'eravamo e per questo ci sentiamo migliori.
Senza educazione, la memoria non basta. Educazione vuol dire lavorare su di sé, su quello che i giovani capiscono di sé stessi, su come pensano il loro futuro. Educazione significa non limitarsi a mostrare cosa non và fatto, ma fare lo sforzo di proporre modelli positivi. Educazione, infine, significa andare a fondo nelle cose e non rimanere sempre ad un livello emozionale epidermico. Chiedersi, in questo caso, perché tanto odio per gli ebrei. Perché una repressione simile non può giustificarsi dicendo semplicemente che i tedeschi erano cattivi. E' comodo demonizzare Hitler e rimanere ignoranti.

1 commento:

Evergreen ha detto...

Giustissimo. L'antisemitismo ha origini lontane. I campi di concentramento nazisti sono la naturale evoluzione di un pensiero anti ebraico che affonda le sue radici nel racconto che gli evangelisti fanno della passione e morte di Gesù. Pilato, che lo condannò al patibolo, sembra non aver avuto alcuna colpa in quel processo. La colpa fu fatta quasi esclusivamente ricadere, per non dispiacere a Roma e quindi per puro opportunismo, sui connazionali e correligionari del Martire per eccellenza.