giovedì 14 maggio 2009

Signore, dove sei?


Ti ho cercato in seminario,
ti ho cercato nel sacerdozio.
Nella preghiera, nella carità, nell'essenzialità.
Mi sono fidato dei maestri che ho incontrato.

Ho portato la tua Parola,
sono stato convinto e convincente,
e ho insistito perchè altri facessero come me.

Ti ho cercato nella musica,
musica sacra, musica per bambini, musica per giovani.
Ho suonato e cantato
per trovarti, per dire agli altri dove ti trovi.

Ti ho cercato tra le stelle,
ho passato notti a guardare le costellazioni,
e studiarne i miti che le hanno dato il nome
Ho goduto per le fasi di Venere, i satelliti di Giove, gli anelli di Saturno.
Ho comprato un telescopio, riviste e carte stellari
sono rimasto incantato a guardare galassie, ammassi, nebulose.

Mi sono poi messo a studiare,
libri ufficiali ed eretici nella mia casa,
cattolici e protestanti, atei e credenti,
romanzieri e saggi, antichi e moderni.

Ho letto i vangeli più volte,
ho chiesto ad altri di dirmi cosa loro avevano capito,
ho girato per librerie, biblioteche, università, sul web.

Ho ripreso in mano il breviario, sono tornato in chiesa,
mi sono rimesso in ginocchio.
Ho guardato da vicino miracoli e miracolati,
sforzandomi di non essere prevenuto.

Ho lavorato. Ho avuto la fortuna di incontrare persone bisognose.
Ho visto cose rivoltanti, persone odiose,
storie incredibili, dolori che portano alla pazzia.

Ho fatto sport. Prima giocando a calcio, ora sui pedali della bici.
Ho apprezzato la fatica fisica, la sfida con i miei limiti,
la salita contro il sole, la discesa nella pioggia.

Ho amato. Ho legato il mio cuore ad una donna,
ho lasciato da parte le teorie sull'amore,
ed ho provato ad amare completamente.

Ho fatto tutto questo, Signore, senza pause.
Non l'ho fatto per gli altri, non l'ho fatto neppure per Te.
L'ho fatto per me, perchè io sono la mia domanda.
L'ho fatto per non lasciare nulla di intentato,
per cercarti ovunque, nella speranza di trovarti, finalmente.

Signore, dove sei?
Io non ti ho trovato.
Vedo le tue orme, la tua ombra,
"le tue spalle", come dice Mosè:
ma non mi basta, io ho bisogno di vedere Te.
E mentre qui si continua a nominare invano il tuo Nome,
a creare barriere nel tuo Nome,
partiti, confini, verità, nel tuo Nome,
io provo smarrimento e mi sento solo:
Che cosa vuoi da me? Che cosa mi stai dicendo?

Non sono triste e non dispero,
nelle mie domande non c'è paura.
C'è incertezza, ignoranza, ma anche fiducia.