giovedì 13 febbraio 2014

Spiritualità attraverso il corpo

Le persone solitamente evitano la quiete perché in uno stato di quiete si vedono chiaramente per quello che sono. Vedersi è il presupposto per cambiarsi. E’ già entrare nella fase di metamorfosi, e questa cosa spaventa tanto. La quiete fisica è anche il presupposto indispensabile per poter sperimentare qualcosa di spirituale.
Dice Lowen: "Le emozioni sono la diretta espressione dello spirito di una persona. Si può giudicare la forza dello spirito di un individuo dall'intensità dei suoi sentimenti, la grandezza del suo spirito dalla loro profondità, la calma del suo spirito dalla loro quiete. Quando ci muoviamo con sentimento, il nostro movimento è aggraziato perchè è il risultato del flusso energetico che attraversa il corpo. Il sentimento è quindi la chiave della grazia, e della spiritualità del corpo".
La spiritualità che sembra la cosa più lontana dalla materialità concreta della nostra esistenza, se non passa per il corpo, è una parola vuota, uno sforzo mentale sterile e frustrante.
Mi sto rendendo conto che in realtà è del tutto inutile qualunque disquisizione religiosa, filosofica, morale, politica… che non passi per il corpo. Se non passiamo per il corpo, se cioè non lo interpelliamo, e non ci rendiamo consapevoli della sua partecipazione attiva o passiva a tutte le nostre elucubrazioni mentali, ciò che avviene nella sfera razionale è del tutto passeggero ed ininfluente. Per questo, progressivamente, sto iniziando a trascurare questo blog, perché mi rendo conto che per quanto mi riguarda le cose da dire sono state dette, le cose da leggere sono state lette, ed è tempo, per me, di passare alla verifica di quanto le teorie interessino alle persone reali, per raggiungere le quali ho capito essere molto utile e vantaggioso partire dalla lettura del corpo. A tal proposito il mio cammino spirituale mi ha portato in questi ultimi anni a formarmi come terapista Cranio Sacrale.
Il corpo è la porta principale per accedere alla quiete. Un corpo abituato ad una vita frenetica si struttura conformemente ad essa. La mandibola è bloccata, il collo si accorcia e si affossa nelle spalle, il torace può gonfiarsi o al contrario “sgonfiarsi” ingobbendo  la schiena per compensazione. Il respiro è ridotto al minimo, la digestione convulsa, la sessualità ridotta ad un bisogno fisiologico da espletare in fretta.  Le gambe perdono la loro naturale morbidezza, procedono a scatti e sfogano sulla colonna vertebrale tutta la loro rigidità.
Lavorare sul corpo allora è un modo per favorire lo scorrere di sensazioni e pensieri che hanno un'altra frequenza, un altro ritmo e un'altra intensità. La mente sceglie di aprire il corpo all’esperienza della quiete ed esso le restituisce scenari sublimi e sconosciuti, oltre che una visione di sé nuova, più completa. Spesso questa visione è difficile da accettare, tanto è diversa ed in contrasto con quella vittimistica, arroccata a vecchi preconcetti, che ci sosteneva prima.
Un corpo diventa un autostrada per lo spirito quando sa accedere tamite la quiete interiore alle proprie risorse interne. Quando cioè gode dell’ascolto di sé, senza giudizio. Se la mente riesce a passare dalla posizione di censore e giudice a quella di testimone di quanto accade, il corpo da nemico diventa alleato e risorsa per la stessa mente e appunto per lo spirito.
Il corpo da questo punto di vista continua ad essere un vero tabù nella nostra epoca. Per quanto ci venga propinato in tutte le sue nudità, tagliato a pezzi, gonfiato e modellato artificialmente, esso, quale via spirituale è sconosciuto e negato. Le religioni lo castigano, nascondono e inibiscono; i dissacratori lo sbandierano e profanano, fanno di esso una merce o un linguaggio non verbale per vendere prodotti. Alla fine, il messaggio degli opposti è il medesimo. Ma il corpo in quanto tale non viene ascoltato in ciò che ha da dire. Solo quando i suoi segnali d’allarme superano una certa soglia, siamo obbligati a dedicargli attenzione, altrimenti non viene considerato. Si parla di emozioni ma non si sentono le emozioni e non ci si educa al sentire. E così è per la spiritualità: si parla di Dio, ma non se ne fa esperienza.

Corpi compressi e arroccati non sanno cosa sia la salute e senza darsi ascolto proseguono così, anche tutta la vita. I corpi liberi invece esprimono la grazia e parlano di Dio ad ogni minimo movimento.