sabato 6 marzo 2010

Il voto "illuminato"


Questo spazio web si proponeva agli esordi di non seguire i fatti di cronaca, ma di fare riflessioni più ampie con uno sguardo generale sulla realtà e sulle scelte della chiesa cattolica. Purtroppo mio malgrado mi ritrovo sempre più spesso a scendere sul campo della cronaca perché succedono cose gravi sotto i nostri occhi che passano come se niente fosse, e questo non è accettabile.
Ci avviciniamo alle votazioni regionali e come se non bastassero i giornalisti ed i politici a stimolare il senso di nausea che accompagna chi ogni giorno paga le tasse e va a lavorare, ci si mettono pure i nostri cari vescovi dell'Emilia Romagna. Fate lo sforzo di leggere questi pochi passaggi pubblicati il 22 Febbraio 2010 e ditemi voi se si può tacere come se niente fosse.
Chi vuole può leggere la nota episcopale per intero sul sito www.zenit.org

Gli Arcivescovi e Vescovi della regione Emilia-Romagna desiderano indirizzare ai fedeli delle loro comunità questa comunicazione, in vista delle elezioni regionali del prossimo mese di marzo.

A questo punto vengono elencati i valori non negoziabili del cattolico, poi arrivano i magnifici punti 5 e 6

5. La Chiesa non deve prendere «nelle sue mani la battaglia politica» [cfr. Benedetto XVI, Deus caritas est, 28]. Pertanto clero ed organismi ecclesiali devono rimanere completamente fuori dal dibattito e dall’impegno politico pre-elettorale, mantenendosi assolutamente estranei a qualsiasi partito o schieramento politico.

6. Ma è un diritto dei fedeli essere illuminati dai propri pastori quando devono prendere decisioni importanti.

L’aiuto che i sacerdoti devono dare quindi consiste nell’illuminare il fedele perché individui quei valori umani fondamentali che oggi in Regione meritano di essere preferibilmente e maggiormente difesi e promossi, perché maggiormente misconosciuti o calpestati. Il Magistero della Chiesa è riferimento obbligante in questo aiuto al discernimento del fedele. Ma il sacerdote deve astenersi completamente dall’indicare quale parte politica ritenga a suo giudizio che dia maggior sicurezza in ordine alla difesa e promozione dei valori umani in questione. Questa indicazione infatti sarebbe in realtà un’indicazione di voto.


Ecco, non so voi, ma io credo che a questo punto tacere sarebbe come acconsentire, e io mi sento di dire alcune cose.
1.Grazie vescovi, per la vostra premura, ma io in quanto cattolico, rinuncio al mio “diritto” di essere illuminato dai pastori. Sia perché questo diritto fino a poco tempo fa lo chiamavate “dovere”, e questo già puzza un po', e sia perché mi ritengo abbastanza adulto da illuminarmi autonomamente, leggendomi i programmi politici e confrontandoli con i valori cristiani che, se sono cattolico, dovrei conoscere.
2.Vedo che con estrema puntualità ci ricordate ad ogni appuntamento elettorale che Il Magistero della Chiesa è riferimento obbligante per chi vota. Scusate, ma pensavo che la parola “obbligante” fosse crollata insieme al muro di Berlino e alla caduta della DC. Pensavo poi che se un cristiano è eventualmente obbligato a qualcosa, è a Cristo e al suo vangelo, che non risulta aver mai dato indicazioni di voto ai suoi discepoli e anzi fu abbandonato proprio da colui che si attendeva risposte più politiche, Giuda. Peccato che Gesù Cristo nel vostro "comunicato" non sia mai nominato neanche una volta.
3.Come ho già avuto occasione di dire su questo blog, (cattolici e politica) i valori di fondo che dovrebbero guidare un cattolico nel dirigere la propria matitina su un simbolo o l'altro, sono molti di più di quei pochi che voi continuate a selezionare in seguito alle trattative private con Berlusconi. Non sarebbe meglio evitare scambi di piaceri, - quali ad esempio sui finanziamenti alle scuole private, sulle tasse ridotte ai beni ecclesiastici, sull'8 per mille – prima di farvi promotori di valori di fondo che non stanno mai tutti da una sola parte e che inevitabilmente, per quanto si eviti di fare il nome di un partito, portano a orientare il voto da una parte o dall'altra?

Una ultima considerazione. I documenti della gerarchia ecclesiastica continuano a dire che loro compito non è indicare il voto, come facevano fino a pochi anni fa, ma “illuminare”, indicare i valori che un cattolico deve difendere nella società. Un criterio opinabile, secondo me, ma sempre un passo in avanti rispetto a quando si chiedeva in confessionale “per chi hai votato?”.
Ora mi chiedo: i “pastori” sono preparati a questo compito? Sanno scindere tra le proprie opinioni personali che li portano come cittadini ad esprimere un voto specifico e la loro funzione di segnalare quei “valori umani fondamentali” senza esprimere una specifica “indicazione di voto”? Non sarà che troppo spesso parlano di politica come se ne parla al bar, alzando la voce o comunque esprimendo giudizi espliciti su uno schieramento o l'altro?

Vi invito a riscoprire la vostra chiamata nella chiesa, a riscoprirvi come uomini dedicati al culto e alla cura spirituale delle persone. Per il resto cominciate ad ascoltarci, smettendola di dare per scontato che siamo sempre noi a dover ascoltare voi. Imparate a fare bene la vostra parte e noi laici cercheremo di fare al meglio la nostra, dandovi, nel caso lo chiediate anche qualche avvertimento sui lupi che sarebbe meglio non frequentare. Ricordate che CHIESA lo siamo tutti insieme, ed il vostro ruolo al suo interno è quello di amministrare i sacramenti, e non è poco.

1 commento:

Evergreen ha detto...

Ma lasciamoli stare...questi sono politicanti, mestieranti, servitori di mammona (e di chi oggi in Italia lo rappresenta meglio) anziché di Dio.