sabato 17 ottobre 2009

Verità fragili


E' tutto così fragile. Il lavoro, gli amici, la donna che ami: non c'è nulla di definitivo, di certo, scontato, duraturo. E così è per tutte le cose, anche la salute, la sicurezza per strada, il tempo che farà tra dieci minuti.
E mentre tutto parla di fragilità noi cerchiamo qualcosa di solido, ostinatamente, contro ogni evidenza. Ripetiamo i comportamenti che funzionano una prima volta, pensando che funzioneranno ancora, ci fidiamo della nostra esperienza come se fosse l'unica e indiscutibile fonte di verità.
La vita invece procede in nome della precarietà, a seconda di quel che viene fuori dal cappello del destino, ove dentro, mescolati, stanno condizione sociale, ambiente, epoca storica, geni, educazione familiare.
Ogni qual volta qualcuno grida una soluzione definitiva scuoto la testa: che si tratti di religione, di politica o semplicemente del segreto della felicità. Scuoto la testa perchè tutto è fragile, e noi, come bambini, ancora a correre dietro alle favole.
Tutto questo rinvigorisce in me la sete di Dio. Non come ennesima verità definitiva, ma come verità che non finirò mai di scoprire, come Interlocutore che mi parla coi fatti e spesso travolge le mie certezze. In definitiva come Assoluto che mi fa sperare in qualcosa di bello e perfetto che qui si intravvede, talvolta, ma che non si riesce ad afferrare, a fermare e mettere in gabbia. La mia fede può godere di Dio, ma non può appropriarsene. Il credente resta debole, in balìa degli eventi. Ma è proprio questa debolezza il luogo dell'Incontro.

Nessun commento: