sabato 20 settembre 2008

Quanto costa la Chiesa agli italiani


Curzio Maltese, editorialista de La Repubblica, ha pubblicato nel maggio 2008 il libro “LA QUESTUA – Quanto costa la Chiesa agli italiani”. Il testo edito da Feltrinelli ha riscosso un notevole successo editoriale giungendo in due mesi alla terza edizione. Anche diversi dibattiti televisivi di inizio estate se ne sono occupati.
Per chi volesse ne ho segnalato uno interessante presente su YouTube al post precedente

La mia posizione negli ultimi anni è molto severa verso le posizioni assolute, verso quindi chi difende a prescindere la Chiesa, come verso chi la combatte, sempre in modo ideologico e pregiudiziale.
Questo libro temevo facesse parte della seconda categoria, ed invece – purtroppo – l’ho apprezzato tantissimo. Dico purtroppo perché la Chiesa, o meglio il Vaticano e la CEI, ne escono piuttosto malconci.
L’autore non entra nel merito a questioni morali o teologiche, ma riporta dati che attinge da fonti cattoliche ufficiali quali www.chiesacattolica.it e www.8x100.it .
In particolare esplora tutti quei canali che la Chiesa ufficiale adotta per alimentare il proprio bilancio economico che vanno ad attingere alle tasche di chi cattolico non è, e non lo sa neppure che per vie indirette contribuisce al sostentamento della Chiesa cattolica.
Parliamo ovviamente dell’8 x 1000, e del meccanismo secondo il quale le quote di chi non fa preferenze vengono suddivise in proporzione a chi ha avuto più preferenze. Concretamente significa che se nel 2008 solo il 37% ei contribuenti ha scelto di destinare l’8 x mille alla Chiesa cattolica, ad essa arriverà in realtà il 90% del gettito complessivo.
Ma parliamo anche del sostentamento alle scuole cattoliche, delle agevolazioni fiscali sull’ICI per strutture che fanno turismo “religioso”, degli insegnanti di religione scelti dai vescovi e ora passati di ruolo dallo Stato, dei misteri legati alla banca vaticana dello IOR, per concludere con tutti i regali che Roma fa al Vaticano: acqua e fogne gratis, auto con permesso di transito in centro, privilegi fiscali alla farmacia e allo “spaccio” interno al Vaticano che fanno concorrenza sleale ai negozi circostanti.
Altri argomenti vengono toccati (là dove l’accesso ai dati lo permette) quali la gestione della “carità” che molte volte si concretizza in costruzione di chiese o sale per il catechismo in terra di missione, e della pubblicità ingannevole dell’8 x 1000, dove viene dato un rilievo sostanzioso all’aiuto ai poveri che poi concretamente ne usufruiscono per il 10 %. Eclatante è il caso della pubblicità televisiva del 2005, interamente incentrata sugli aiuti alle popolazioni colpite dallo tsunami ai quali poi sono concretamente arrivati 3 milioni di €, … e la stessa pubblicità ne è costata 9!

Argomenti che fanno soffrire un cattolico, di certo non gioire. Ma che non per questo vanno taciuti in quanto anche da queste cose si vede come un rinnovamento profondo, cioè spirituale, evangelico, della Chiesa fin nei suoi vertici sia sempre più necessario perché ha conseguenze molto visibili e pensati, tanto da alleggerire le nostre tasche. Giustamente l’autore ci invita ad una certa coerenza:
“Se davvero le questioni etiche – il divorzio, l’aborto, la procreazione assistita, le coppie di fatto- fossero così centrali e dunque non negoziabili, la Chiesa non dovrebbe più accettare di ricevere finanziamenti e privilegi fiscali da parte di coloro – Stato ed enti locali – che giudica nemici dei valori cristiani”.

Un libro che non parla male per il gusto di parlar male. Ma riporta dati ufficiali e offre qualche interpretazione sulla quale si può anche non essere d’accordo. Di certo ha il pregio di suscitare una discussione su un tema che è tabù e che invece per noi cristiani è di centrale importanza perché ne và della nostra coerenza e della nostra credibilità.

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