sabato 12 luglio 2008

Come, se non così?

Quale Chiesa alternativa? E’ da questa domanda che è partito questo blog, e su di essa ciclicamente ritorno. Perché tutti sono capaci di criticare la Chiesa, di dire che è corrotta, presuntuosa, schierata con i potenti, ma poi, quando si tratta di proporne un’altra, alternativa, pochi fanno lo sforzo di pensare a proposte costruttive.

Una Chiesa povera?
Ad esempio: ci lamentiamo che la Chiesa è ricca e collusa con i potenti della terra? Bene. Immaginiamo allora una Chiesa povera e che non accetta incontri con i capi di Stato. Ma immaginiamo veramente, fino in fondo!
Essa di certo diventerà nel giro di qualche anno molto meno visibile sui mass media. Sarà soppiantata da altre religioni anche in Occidente. Una Chiesa povera porterà a vivere delle sole offerte dei fedeli, quindi a dover rinunciare a tante opere che ora si sostengono con l’8 x 1000. Non avremo più fondi per costruire chiese nuove, ad esempio, al massimo riusciremo a riparare alcune delle vecchie, ma si sa, prima o poi ricostruire diventa più conveniente che rappezzare… Dovremo rinunciare a dare un po’ di stipendio ai nostri preti, che di conseguenza dovranno andare a lavorare per vivere e così avranno meno tempo per la pastorale.
Una Chiesa povera forse sarà più evangelica, ma realisticamente perderà tanti fedeli perché verrà vista come qualcosa di troppo provocatorio, troppo diverso da ciò a cui siamo abituati. Ma diventare una minoranza, aver meno fedeli al proprio seguito significherà anche essere meno corteggiati da partiti politici e capi di Stato, che non troveranno più di grande utilità una convergenza con le vedute del pontefice.
Una Chiesa povera sarà fatta di chiese poco riscaldate, poco sicure e più facili prede per ladri, con poche opere d’arte custodite al suo interno.
Bene, siamo sicuri di volere una Chiesa così? Se la Chiesa fosse così, ci impegneremmo di più al suo interno o ne staremmo fuori ancora un po’ di più?

Una Chiesa aperta?
Ma facciamo un altro esempio. Tanti cristiani “critici”, quelli del partito “io credo a modo mio”, dicono che la Chiesa dovrebbe essere più comprensiva ed aperta verso coppie di fatto, omosessuali, divorziati risposati, preti poco coerenti con la scelta di celibato, donne che vorrebbero il sacerdozio. E poi facciamola finita con una Congregazione della Fede che mette all’Indice ogni teologo che si discosta un po’ dalla fede ufficiale, basta con dogmi come l’infallibilità del Papa o del Magistero. Con verità non rintracciabili nei vangeli come la verginità di Maria, la sua Assunzione in cielo, e tutto quel vocabolario greco che ci portiamo dietro da duemila anni come l’unico possibile per parlare della nostra fede. Apriamoci. Accogliamo tutti, diamo i sacramenti a tutti, andiamo a braccetto con musulmani, buddisti, agnostici e riconosciamo un po’ di ragione anche a loro.
Beh, di certo se la Chiesa imboccasse questa strada la confusione aumenterebbe. La fede perderebbe in semplicità, le persone comuni ne uscirebbero confuse e deluse. In fondo ognuno potrebbe dare la sua interpretazione delle Scritture e dei fatti di cronaca, arrogando il diritto di vedersela riconosciuta e rispettata al pari di quella del papa.
In una Chiesa simile, per collegarmi ad un fatto di attualità, uno come Berlusconi potrebbe benissimo fare la Comunione, e con lui tanti che capitano in chiesa una volta ogni tanto per un matrimonio o un funerale, e non danno alcuna importanza a quel gesto. E’ questa la Chiesa che vogliamo?

Se di fronte a queste domande rimaniamo perplessi significa che finora siamo stati tra quelli che giudicano dal di fuori, seguono ragionamenti ideologici, senza compromettersi, senza arrivare alle conseguenze di ciò che diciamo.
E lo sforzo che invito a fare è quello di pensare fin nelle sue conseguenze alla Chiesa che vorremmo.
Io spesso mi sento un po’ tra due fuochi, o se vogliamo tra la padella e la brace. Da una parte una Chiesa che ha visibilmente bisogno di convertirsi perché al di là delle parole rende con le sue scelte una controtestimonianza; dall’altra un mare di credenti che le tirano sassi perché è peccatrice, perché è stata sorpresa in adulterio, e non sentono le parole di Gesù: chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra. Non comprendono soprattutto che il modo migliore per correggerla non è dirle cosa è sbagliato, ma in positivo, cosa sarebbe giusto fare.
Provo quindi a buttar giù una traccia dove elenco alcuni punti (senza pretesa di completezza) su cui a mio parere sarebbe importante cambiare rotta per essere più credibili, più coerenti e più affascinanti. Accanto ad ogni “problema” ovviamente ci sarà una bozza di proposta risolutiva.

Autosostentamento
CRITICA: No al sistema dell’ 8 x 1000 perché utilizza i proventi di persone che non fanno alcuna scelta.
PROPOSTA: Diversa organizzazione:
Si potrebbe mantenere l’8 x 1000 di chi sceglie esplicitamente la destinazione per la Chiesa Cattolica, ma solo di quelli. Dalla quota totale si potrebbe evitare di pagare lo stipendio a diaconi e preti, lasciandolo solo per i vescovi. I preti ed i diaconi potrebbero essere stipendiati lavorando come tutti. Ovviamente la loro disponibilità al servizio pastorale sarà minore, ma sarà compensato da una maggiore responsabilizzazione dei laici e da uno snellimento in pratiche appartenenti ad una società cristiana ormai passata, quali le benedizioni pasquali.
Anche le confessioni natalizie e pasquali, che tanto tempo prendono ai preti, potrebbero essere ripensate con formule di perdono comunitario non escluse dalle Scritture e dai Padri della Chiesa.

Evangelizzazione
CRITICA: Lo strumento della parrocchia non mi appare più adeguato (costano e mancano preti e sono vuote)
PROPOSTA: Alcune parrocchie più grosse si potrebbero certamente mantenere. La vita sacramentale e catechetica però potrebbe svilupparsi su canali alternativi, dove le persone scelgono di andare e non sono indotte da motivi non religiosi. Luoghi quali Movimenti, Comunità di Base, Case famiglia, Gruppi di quartiere, sarebbero più piccoli e più “scelti” dalle persone. Ed in essi forse potrebbero incontrare anche testimonianze più interessanti.

Responsabilità
CRITICA: No tutto in mano al clero. L’attuale impostazione è preconciliare, ed il prete è ancora simbolo dell’intera Chiesa. Troppo spesso le capacità o la credibilità personale di un prete incide sull’evangelizzazione di tutta la parrocchia.
PROPOSTA: Il clero, bisognoso di lavorare per mantenersi, viene chiamato in causa per la somministrazione dei sacramenti. L’evangelizzazione non ruota più attorno al prete, che volendo potrebbe anche sposarsi, e avrebbe un ruolo esclusivamente sacramentale nella Chiesa. La programmazione, le strategie, le responsabilità maggiori andrebbero in mano ai laici (senza escludere del tutto i preti che resterebbero nel consiglio pastorale come una voce tra le altre).

Celibato obbligatorio
CRITICA: Troppi problemi legati ad un celibato subito dal clero. Il problema delle donne segrete dei preti. Il problema dei preti pedofili.
PROPOSTA: Un prete decentrato dalla pastorale, che lavora per mantenersi e che vive in una casa e non in una canonica, potrà anche sposarsi e dedicarsi alla propria famiglia. Ciò non toglie valore al celibato, ma lo accresce, lasciandolo come una libera scelta per coloro che sentono effettivamente la chiamata alla verginità.

Morale
CRITICA: La dottrina morale attuale è causa di grandi sofferenze e pochi benefici, perché è subita, calata dall’alto, non capita nelle sue motivazioni religiose.
PROPOSTA: Una morale non più oggettiva creerà un certo disorientamento, ma d’altra parte non vi è niente di peggio che imporre proibizioni in nome di un Dio verso il quale ci si sta avvicinando gradualmente. E’ necessario insegnare ai cristiani a giudicarsi da soli e puntare un una morale positiva, legata al fare il bene, più che al non fare il male. La nostra morale troppo spesso colpevolizza su atti che sono male e fonte di altro male e non dice niente su quegli atti tralasciati che sono bene e fonte di altro bene.

Ecumenismo
CRITICA: E’ oggi impedito nel confronto con gli altri cristiani in gran parte per interpretazioni diverse non riguardo al Vangelo, ma riguardo al ruolo del Pontefice. Non aiuta di certo il fatto che il papa oltre ad essere sopra tutti gli altri vescovi, è ritenuto anche infallibile dal Concilio Vaticano I.
PROPOSTA: Con le altre confessioni cristiane è importante accettare di ridiscutere il ministero petrino. E’ più importante l’unità dei cristiani che la supremazia del papa. La Chiesa che spesso si preoccupa di non dare scandalo svelando le proprie pecche, in questo da uno scandalo enorme mostrandosi incapace di riunirsi per divisioni avvenute molti secoli fa. E’ evangelico ammettere i propri errori ed è presuntuoso difendere una presunta infallibilità che obbliga a non poter mai negare quanto si è affermato in precedenza, anche a distanza di secoli. Il Concilio Vaticano II ha introdotto il criterio dell’interpretazione delle Scritture tramite i generi letterari (DV12), ma la stessa cosa si potrebbe benissimo fare per gli scritti papali, Magisteriali e Conciliari.
Con ebrei, musulmani, ma anche buddisti e atei (è una fede anche quella) è doveroso un dialogo fondato non sui contenuti ma sulla civile convivenza ed il rispetto.

Dicevo, sono solo appunti, che pubblico più per indicare un metodo costruttivo, alternativo nei modi ma non nella sostanza dell’essere Chiesa, e mi piacerebbe continuare questa pagina in modo più approfondito con l’aiuto di altri.

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