giovedì 24 gennaio 2008

GALILEO E LA CHIESA



Galileo e l’Inquisizione
Tutti noi oggi abbiamo in mente il caso Galileo come uno dei più evidenti sbagli della Chiesa Cattolica nei confronti della ricerca scientifica. Galileo, credente e devoto cattolico, viene obbligato a rinnegare i risultati delle sue osservazioni al telescopio, perché esse portano ad una immagine del cosmo differente da quella concepita dalle Scritture.
Eppure, contestualizzando meglio il fatto, le cose potrebbe essere viste anche sotto un’altra luce.
Innanzi tutto và ricordato che a essere precisi si sbagliarono entrambi. La Chiesa, tramite l’Inquisizione, si sbagliava a sostenere che la terra sta al centro del mondo ed il sole le gira attorno (sistema tolemaico), ma anche Galileo si sbagliava, seppur un po’ di meno, infatti sosteneva con la prova del suo telescopio che al centro del mondo ci stesse il sole e non la terra. Oggi in realtà sappiamo che né terra, né sole sono “al centro del mondo”, il quale si sta rivelando ai nostri strumenti moderni così vasto e sconfinato da far impallidire un pulviscolo come l’intero sistema solare. Inoltre sembra sempre più accreditata la teoria secondo la quale l’universo non ha un centro.
Siamo quindi di fronte sì, ad un errore della Chiesa, ma anche ad un limite della scienza, la quale con le sue strumentazioni si avvicina alla verità, ma deve fare molta attenzione a dire di averla raggiunta definitivamente.
Vi è poi un'altra considerazione da fare su quel famoso processo. Il cardinal Bellarmino in fondo non aveva tutti i torti. Mettiamoci un momento nei suoi panni: era così evidente il moto del sole e della luna da est ad ovest – anche questa in fondo è osservazione -, era così grande e stabile la terra, perché andare a mettere tutto in discussione? Tra l’altro anche le Scritture ci si mettevano di mezzo con brani in cui inequivocabilmente veniva detto che "la terra rimane sempre al suo posto" ed "il sole sorge e tramonta tornando al luogo dal quale si è levato". (Ecclesiaste 1, 4-5). Ecco le parole stesse del cardinale:
“Il Concilio proibisce esporre le Scritture contro il comune consenso de’ Santi Padri, e se vorrà leggere non dico solo li Santi Padri, ma li commentatori moderni sopra il Genesi, sopra li Salmi, sopra l’Ecclesiaste, sopra Giosuè, troverà che tutti convengono in esporre ad literam che il sole è nel cielo e gira intorno alla terra con somma velocità, e che la terra è lontanissima dal cielo e sta nel centro del mondo immobile. Consideri ora lei, con la sua prudenza se la Chiesa possa sopportare che si dia alle Scritture un senso contrario alli Santi Padri et a tutti li espositori greci e latini”
Tali resistenze erano dovute anche dalle implicazioni socio religiose che avrebbe arrecato una rivoluzione del cosmo. Scalzare infatti la terra dal centro dell’universo, eliminare cicli che guidano i pianeti come su rotaie, rendere il tutto più dinamico e nulla di fermo, voleva dire aprire le porte alla critica di una società a sua volta immobile e gerarchicamente organizzata da secoli.
Qualcuno potrebbe pensare che forse nel mondo protestante appena nato ci fosse maggiore libertà di giudizio, un po’ più di comprensione ed apertura verso le idee di Galileo: nient’affatto:
Calvino diceva, “Chi avrà l’ardire di anteporre l’autorità di Copernico a quella dello Spirito Santo?
E Lutero, “La gente ha prestato orecchio ad un astrologo da quattro soldi (Copernico), il quale ha cercato di dimostrare che è la terra che gira e non i cieli ed il firmamento, il sole e la luna (…) Questo insensato intende sconvolgere l’intera scienza astronomica; ma la Sacra Scrittura ci dice che Giosuè ordinò al sole, e non alla terra, di fermarsi”
Dico questo perché penso che forse io al posto loro non mi sarei lasciato convincere da Galileo al pari di loro, e quindi devo stare attento nei miei giudizi.

Dove voglio arrivare allora con questa riflessione?
Per secoli, dopo Galileo e dopo l’inevitabile sviluppo delle conoscenze scientifiche, la Chiesa si è trovata tra le mani una bella gatta da pelare. Non poteva rimangiarsi in quattro e quattr’otto la condanna alle idee di Galileo, ma neppure continuare a sostenere che il sole girasse attorno alla terra. Cosa ha fatto?
La cosa più sensata ovviamente sarebbe stata quella di fare un passo indietro. Dire: scusate, sono entrata in un campo che non mi compete. Ma questo è avvenuto con mille precauzioni solo recentemente, come spiegherò in fondo. La Chiesa fece l’errore di continuare a ritenersi depositaria di ogni forma di sapere, limitandosi solo ad aggiustare il tiro sulle proprie affermazioni cosmologiche tratte dalle Sacre Scritture. Cominciò cioè a dire che lei insegnava solennemente che la terra gira attorno al sole.
Come nel XIII secolo San Tommaso aveva “cristianizzato” il cosmo aristotelico, così ora andava cristianizzato il cosmo copernicano . Fu così che cominciarono a diffondersi tentativi teologici di dimostrare che la Sacra Scrittura fosse copernicana. Storicamente vediamo proprio in quegli anni un forte potenziamento della Compagnia di Gesù, fino a farla diventare la più grande organizzazione in Europa in materia di ricerca scientifica. Un investimento importante da parte della gerarchia cattolica, che fece di tutto per non rimanere indietro nella corsa delle scoperte scientifiche, dopo aver constatato suo malgrado che tale corsa era inevitabile.

In realtà nel suo atteggiamento non era cambiato nulla.
Si era recepito il contenuto della singola scoperta scientifica tralasciando la cosa più importante apportata da Galileo: il metodo scientifico. Quel metodo, detto in breve, che non parte da verità rivelate per descrivere la natura, ma dalla semplice osservazione.
Questo a mio parere fu un errore ben più grave dell’aver obbligato Galileo ad abiurare nel 1633, perché allora erano ancora in pochi a sostenere la veridicità del sistema copernicano, ma quando nei decenni e secoli successivi l’evidenza di tale sistema si impose a tutti, anziché interpretare in modo non letterale le Scritture, si cambiò solo il senso dell’interpretazione letterale, cercando in tutti i modi di tenere in mano le redini della scienza.
Ci sono voluti l'enciclica Divino Afflate Spiritu del 1943 e soprattutto il Concilio Vaticano II per arrivare ad ammettere la legittima autonomia della scienza, e la presenza dei generi letterari nella Bibbia, ma alla fine ci siamo arrivati. Voglio riportare almeno un breve passaggio, perché si tratta da parte cattolica di una cambiamento di prospettiva epocale:
Se per autonomia delle realtà terrene intendiamo che le cose create e le stesse società hanno leggi e valori propri, che l’uomo gradatamente deve scoprire, usare e ordinare, allora si tratta di una esigenza legittima. (…) ci sia concesso di deplorare certi atteggiamenti mentali, che talvolta non mancano nemmeno tra i cristiani, derivati dal non avere sufficientemente percepito la legittima autonomia della scienza”. Gaudium et Spes, 36

Ora si tratta di fare entrare queste cose nelle teste, oltre che nei documenti.

Un secondo processo a Galileo
So che questa pagina sta diventando lunga, ma non posso parlare di Galileo senza fare almeno un accenno al processo di riabilitazione nei suoi confronti, voluto fortemente da Woytila all’inizio del suo pontificato e condotto a termine dalla Pontificia Accademia delle Scienze nel 1992.
Tale commissione, dopo ben 13 anni di lavoro (gulp!) riuscì sì a riabilitare Galileo, ma con un documento che lascia per lo meno un po’ di amaro in bocca.
Nella sua relazione finale il cardinal Poupard in sostanza dice che nel suo processo a Galileo la Chiesa arrivò a quelle conclusioni punitive e sbagliate per colpa dei tempi che non erano maturi ad una simile cambiamento, per colpa dello stesso Galileo che non portò al papa prove inequivocabili, e che comunque si trattò di colpe “soggettive”, non reputabili alla Chiesa come istituzione. Aggiunge infine che la sentenza di condanna non è parte del Magistero irreformabile (ma quando cavolo è irreformabile sto Magistero?!)
Queste “scuse” a me suonano un po’ meschine, ma comunque questa è la Chiesa e belle restano le parole conclusive del caso di Giovanni Paolo II, che ci danno anche in sintesi la posizione ufficiale della Chiesa di oggi nei confronti della scienza:
“Esistono due campi del sapere, quello che ha la sua fonte nella Rivelazione e quello che la ragione può scoprire con le sole sue forze. A quest'ultimo appartengono le scienze sperimentali e la filosofia. La distinzione tra i due campi del sapere non deve essere intesa come una opposizione. I due settori non sono del tutto estranei l'uno all'altro, ma hanno punti di incontro. Le metodologie proprie di ciascuno permettono di mettere in evidenza aspetti diversi della realtà.


Mauro Borghesi

Scarica se vuoi
• l’atto di abiura di Galileo http://web.tiscali.it/chiesalternativa/galilei1.htm
• i documenti vaticani inerenti alla riconciliazione con Galileo http://web.tiscali.it/chiesalternativa/galilei2.htm
• L’opera “Sidereus Nuncius” di Galilei in cui espone le sue tesi copernicane appoggiate dalla prova del telescopio. http://www.liberliber.it/biblioteca/g/galilei/sidereus_nuncius/html/nunzio.htm

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